Storia di Miami
Scopri la storia di Miami, dall'arrivo degli spagnoli in Florida fino al XXI secolo, passando per le Guerre Seminole e l'immigrazione cubana.
L’arrivo degli spagnoli
I primi ad arrivare in Florida furono Vicente Yánez Pinzón e Amerigo Vespucci, che, nel 1498, raggiunsero il lago di Chesapeake.
Il condottiero spagnolo di Valladolid Juan Ponce de León impose il nome alla Florida il 2 aprile 1513, in occasione della Pasqua Florida (termine spagnolo che designava il periodo pasquale). Salpato con tre navi da Porto Rico, alla ricerca della mitica "fonte della gioventù", nel suo primo viaggio navigò fino alla Baia di Biscayne, ma non si sa se vi sbarcò ed ebbe contatti con gli indigeni.
Questa zona fu abitata, per più di mille anni, da tribù indigene. Quando arrivò il condottiero spagnolo vi vivevano varie tribù, fra cui quella degli "indiani Miami", che diedero il nome al fiume Miami e, successivamente, alla città.
Nel 1514 Ponce de León fu nominato Governatore della Florida, iniziando a espurgare le popolazioni native dalla zona. Nel 1521, combattendo con le tribù indiane, il condottiero fu colpito da una freccia che lo ferì mortalmente, perdendo la vita poco dopo a L'Avana.
La zona fu difficile da conquistare per gli spagnoli: le spedizioni di Lucas Vázquez de Ayllón, nel 1526, Pánfilo de Narváez, nel 1528, e di Hernando de Soto, nel 1539, furono un vero e proprio fiasco. Quando fu costituito il Vicereame della Nuova Spagna, nel 1559 venne inviata un'altra spedizione, ma anche questa fu senza risultati.
Nel 1566, una nuova spedizione con a capo lo spagnolo Pedro Menéndez de Avilés partì da Cadice. Si narra che, un anno dopo, il condottiero raggiunse il territorio della tribù nativa dei Tequesta per cercare suo figlio scomparso in un naufragio.
Pedro Menéndez de Avilés fondò la prima città degli Stati Uniti, Saint Augustine, nel 1565, dando inizio alla dominazione spagnola in Florida. Il re Filippo II di Spagna lo nominò imperatore della Florida e gli diede l’incarico di fortificare le coste. Il risultato fu la costruzione del forte di Sant’Elena e Tampa.
Anni dopo, un altro gruppo di soldati spagnoli, guidati dal gesuita Francisco Villareal, fondò Tequesta sulla foce del Fiume Miami con l’intenzione di creare uno stanziamento, senza però ottenere il risultato sperato dato che gli spagnoli presto abbandorono la zona di Miami.
Le contese per il territorio
Nel 1562, un gruppo di ugonotti giunti dalla Francia costruì il Fort Caroline, reclamando la Florida come territorio francese. Il condottiero francese Ribaut fu catturato dall'esercito spagnolo e giustiziato nel suo forte.
A partire dal XVII secolo, gli inglesi attaccarono più volte gli spagnoli. Nel 1763, alla fine della guerra dei Sette Anni con il Trattato di Parigi del 10 febbraio, la Spagna cedette la Florida alla Gran Bretagna.
La Spagna recuperò la Florida con il Trattato di Versailles del 1783, che pose fine alla Guerra d’Indipendenza degli Stati Uniti.
Nel 1810, gli Stati Uniti richiesero alla Spagna la cessione della Florida, poiché la consideravano parte dell’acquisto della Lusiana, acquistata nel 1803 dai francesi.
Dopo l’occupazione del territorio da parte degli statunitensi, nella cosiddetta "Seconda Guerra d’Indipendenza", la Spagna si vide obbligata a vendere la Florida agli Stati Uniti, avvenimento storico conclusosi nel 1819 con la firma del Trattato di Adams-Onís.
Le guerre Seminole
Nonostante le costanti dispute per la Florida, all’inizio del XVIII secolo nella zona di Miami vi erano pochissimi occidentali e il territorio era occupato dalle tribù indigene degli Oconi, Mikasuki, Eufoula e Creec, da cui nacque la comunità dei Seminole.
Prima guerra Seminole (1817-1819). Fu combattuta contro gli spagnoli per l’accoglienza e l’aiuto che gli indigeni davano agli schiavi d’origine africana. La guerra terminò con la vendita della Florida agli Stati Uniti da parte della Spagna. Nel trattato che pose fine alla guerra, il governo nordamericano si impegnava a rispettare i diritti degli indigeni e a trattarli in maniera equa.
Seconda guerra Seminole (1835-1842). Dopo che la Florida passò nelle mani degli Stati Uniti, il governatore Andrew Jackson non rispettò ciò che era stato patteggiato e iniziò una politica d’espulsione delle popolazioni indigene dalle loro terre per consegnarle ai nuovi coloni, obbligando i nativi di colore ad abbandonare la Florida. Tremila indigeni coraggiosi lottarono contro 200.000 soldati. L’ingiusta disputa terminò con la cattura del capo indiano Osceola e con l’obbligo, imposto ai nativi, di emigrare verso il "territorio indiano" di Oklahoma.
Terza guerra Seminole (1855-1858). Dopo l’ultima sommossa, molti Seminole furono obbligati ad emigrare verso le riserve, e solo ad alcuni fu concesso di rimanere in Florida, nella zona delle Everglades.
Qualche anno più tardi, i Seminole ebbero anche problemi con i magnati del petrolio, quando nelle loro riserve fu scoperto questo prezioso idrocarburo.
Oggi i Seminole vivono di agricoltura, caccia, pesca e di attività relative al turismo. Famoso il grande business dei Casinò delle Riserve Indiane, che ha permesso ai Seminole di trasformarsi in inversori e comprare la catena Hard Rock Café.
Come curiosità, la firma della pace non arrivò fino a ottanta anni dopo. Nel 1935 i discendenti Seminole firmarono la pace con il Governo degli Stati Uniti.
La fondazione di Miami
Terminate le guerre con i Seminole, dei nuovi coloni si insediarono a Miami, così come alcuni soldati attratti dai terreni regalati dal governo.
Alcuni coloni ricchi, fra cui Julia Tuttle, per evitare la produzione massiva e con l’intenzione di costruire una città e un hotel convinsero al magnate Henry Flagler a costruire una ferrovia a Miami.
La costruzione della ferrovia fece trasferire nella zona numerosi lavoratori giunti dal resto della Florida. Nel 1896 fu inaugurata la ferrovia di Miami e iniziarono i lavori di progettazione per la costruzione della città.
Miami fu fondata il 28 luglio 1896, data in cui un gruppo di cittadini si riunì per nominare i propri governatori.
Miami nel XX secolo
Negli anni Venti, la permissività con il gioco e il poco rispetto della legge, fece sì che milioni di abitanti di altre zone degli Stati Uniti s’installassero nella prospera e flessibile città, raddoppiando in tre anni il numero dei suoi abitanti.
La speculazione edilizia e finanziaria fece in modo che, in quattro anni, i prezzi dei terreni si quadruplicassero e il costo della vita diventasse insostenibile per gli abitanti di Miami. Quando la situazione stava ormai diventando intollerabile, un terribile uragano devastò la città.
Miami si trova in una zona ad alto rischio di uragani. Nel 1926 soffrì uno dei più gravi della sua storia, che distrusse la città. Per questo si dice che a Miami la grande depressione arrivò tre anni prima che nel resto del paese.
La Grande Depressione arrivò infatti in una Miami ormai desolata e con migliaia di disoccupati. D’altra parte, la città riuscì a superare questa situazione prima del resto del paese grazie alla sua industria aeronautica ed edilizia; di quest’epoca è il quartiere Art déco di South Beach, con più di 800 edifici.
Durante la seconda guerra mondiale Miami fu, per la sua ubicazione costiera, la sede dell’esercito e della marina statunitense. Terminata la guerra, molti soldati si stanziarono a Miami e, presto, la popolazione superò il mezzo milione d’abitanti.
L’immigrazione cubana
Nel 1959, con la caduta della dittatura di Fulgencio Batista e la vittoria della Rivoluzione Cubana, più di mezzo milione di cubani sbarcò a Miami. La grande quantità di rifugiati portò alla creazione di Little Havana, nome con cui fu ribattezzato il quartiere dove s'insediarono.
Nel 1980 ci fu la seconda grande ondata d’immigranti: più di 125.000 cubani, chiamati "marielitos" (i cubani a cui la dittatura concesse di partire dal porto di Mariel), abbandonarono l'isola per raggiungere Miami.
Per vari decenni, i cubani hanno raggiunto le coste di Miami fuggendo dalla dittatura e in cerca di un mondo migliore. D'altra parte, non solo i cubani, ma anche molti latino-americani, di fronte alla situazione politica ed economica del proprio paese, hanno scelto Miami come residenza, trasformandola in una delle città più latine degli Stati Uniti.
Miami al giorno d'oggi
Attualmente Miami è un importante centro finanziario (sede della Banca Internazionale degli USA), commerciale (soprattutto con l’America Latina), e di ozio (canali televisivi, musica, moda, centri d’accoglienza per persone anziane). Il settore turistico è uno dei motori economici della città, grazie ai suoi parchi tematici e alle spiagge, essendo il punto di partenza di numerose navi da crociera che salpano verso il resto del mondo.